Con il termine attività eruttiva di tipo “stromboliana” si intende un’attività formata da esplosioni di bassa e media energia, con lancio di bombe e lapilli incandescenti attorno all’area del cratere; questa attività, periodicamente, può anche essere intervallata dall’emissione di colate laviche lungo le pendici del vulcano. Questa è la tipica attività di Stromboli, e questa definizione è applicata ad altre centinaia di vulcani sparsi in tutto il mondo.
I crateri sommitali di Stromboli cambiano spesso la loro forma e disposizione.
La tipologia di attività è distinta in diversi modi, a seconda della frequenza degli eventi esplosivi.
L’attività di base consiste nel cosiddetto “puffing”, ossia dei piccoli sbuffi di vapore da parte di tutti i crateri; ogni sbuffetto avviene ogni circa 3-4 secondi.
Nel caso al di sotto della bocca eruttiva si accumuli un po’ di gas, si può avere un vero e proprio getto di vapore, alto anche 30-40 metri, che essendo incandescente può anche assumere una colorazione rossastra; questo tipo di attività, di solito (ma dipende dal regime in cui si trova il vulcano in un determinato periodo) avviene ogni circa 15-20 minuti, sovente da uno dei crateri più esterni.
Si ha poi la vera e propria esplosione: al di sotto del cratere si possono accumulare diverse bolle di gas provenienti dal profondo, queste si uniscono formando delle bolle un po’ più grandi, e a un certo punto il magma non è più in grado di trattenerle ed esplodono portando con se brandelli di lava sotto forma di bombe (se più grandi di 6 centimetri) e lapilli (1-6 centimetri di taglia).
Questo tipo di esplosioni sono le più comuni e più spettacolari, e hanno un intervallo di 10-20 minuti in funzione del regime di attività del vulcano.
Esistono infatti dei periodi in cui il vulcano è “più attivo” a causa di una risalita recente di magma dal profondo, e periodi in cui è più “scarico”, magari dopo un evento eruttivo un po’ più importante (come ad esempio emissione di colate di lava).