La parte nord-orientale, ma non solo, dell’isola di Lipari è coperta da uno strato di
pomice
bianchissima. Questa è stata emessa da Monte Pilato, una piccola collinetta collocata tra i paesi di Canneto ed Acquacalda, località Porticello. In realtà del Monte Pilato ormai rimane ben poco, perché questa è stata la sede di
attività estrattive di pomice
sin dagli anni ’60 del secolo scorso.
Quello che rimane ora di Monte Pilato è una parete alta circa 200 metri, bianca come il marmo vista da lontano. Le attività estrattive sono invece state bloccate a metà degli anni ’90, poco prima che le Eolie diventassero patrimonio dell’Unesco nel 2000.
La pomice è sempre stata una delle maggiori attrazioni dell’isola. Da un punto di vista naturalistico, essa crea un paesaggio quasi irreale a causa del suo colore bianco. La polvere di pomice, frutto dell’erosione dei banconi di pomice di Monte Pilato, copre anche la spiaggetta sottostante e tutti i terreni intorno, ed ovviamente anche il fondale marino antistante, il quale ha assunto nel tempo un meraviglioso colore turchese, quasi fosse una piscina naturale.
In questo angolo di paradiso l’unica nota che stona sono i residui dell’industria di pomice, ancora non smaltiti. Sebbene gli edifici degli anni ’60 rappresentino un meraviglioso esempio di archeologia industriale, le industrie degli anni ’90 hanno lasciato ancora delle passerelle in ferro e dei capannoni, i quali dovrebbero essere smaltiti nel giro di poco. Da un punto di vista vulcanologico, le pomici di Lipari sono tra le più famose al mondo proprio per la purezza del loro colore, dovuto al coinvolgimento di un solo magma durante l’eruzione dell’ ‘800 di Monte Pilato.