Salina è un’isola che merita certamente un giro con la barca, attraverso cui è possibile ammirare il 70% delle coste, altrimenti non visibile.
Partendo dalla baia di Pollara in senso antiorario, verso il paese di Rinella, ci si imbatte subito in una falèsia alta circa 300 metri, completamente a picco sul mare: questa è la parete della Falconiera.
Tale scarpata a picco (che in geologia viene chiamata falèsia) è il risultato dello smantellamento, a causa dell’erosione del mare e del vento, del più antico centro eruttivo di Salina, di cui si vedono ancora alcune strutture.
La falèsia è diventata però negli ultimi decenni un cruciale ed importantissimo sito di osservazione del Falco della Regina. Questo è un uccello di taglia media della famiglia dei Falconidi, il cui nome è d’omaggio a Eleonora D’Arborea, una regnante della nazione sarda che nel XIV secolo compilò un codice di leggi in cui inserì un articolo che vietava la caccia dei falchi adulti.
Il falco della regina nidifica in colonie molto numerose, localizzate su falèsie costiere a strapiombo e isolotti disabitati.
È una specie migratrice che nidifica, dalla primavera all’autunno, in diverse aree costiere del Mediterraneo (come ad esempio la Falconiera di Salina).
Alla fine dell’autunno, esso compie una lunga migrazione transahariana, per giungere sino al Madagascar, dove sverna. Nella parete della Falconiera vi è attualmente una colonia tra le più grandi in Italia, con 15 coppie al momento censite.