Il Monte Etna

L’Etna: un meraviglioso insieme di diversi tipi di flora

La piccola distanza, in senso orizzontale con cui l’Etna raggiunge la quota di quasi 3400 metri, fa sì che esso sia un insieme di tantissimi microclimi ed ambienti differenti, da quello marittimo a quello montano ed alpino, favoriti dalla grande fertilità dei terreni vulcanici .
Ciò favorisce la presenza di numerosissime specie vegetali, a partire dagli alberi, per proseguire con gli arbusti, le erbe e l’astragaleto, spesso colonizzato da specie con fiori intensamente colorati nelle stagioni favorevoli. Con l’avanzare dell’altezza, queste piante diventano sempre più piccole, fino ad arrivare alla fine della vita vegetale, dove il vulcano attivo prende il sopravvento. fiori ed arbusti in mezzo alla cenere nelle zone di media montagna
La vita vegetale alle quote più alte si popola di organismi molto specializzati, che hanno dovuto adattarsi alle avverse condizioni climatiche e all’azione distruttrice delle lave. Proprio queste piante rappresentano le specie più pregiate della flora etnea. Di queste, molte sono endemiche, ossia non si riscontrano in nessun’altra parte della terra.
Alle pendici del massiccio Etneo, costellato da centri abitati grandi e piccoli, il paesaggio appare fortemente modificato per la prevalenza di attività agricola. Questa zona è chiamata “termo mediterraneo”, ed è costituita da una macchia a lentisco e olivastro.
Alle altitudini superiori, al verde cupo dei boschi sempreverdi di leccio, zona chiamata “mesomediterraneo”, si contrappongono i boschi di castagno e i boschi di querce del “supramediterraneo”; spogli in inverno, essi appaiono di un colore verde in estate, assumendo in autunno i tipici colori stagionali. Nel piano montano mediterraneo detto anche del faggio, i boschi sono dominati da questi affascinanti alberi dall’inconfondibile colorazione bruno – rossastra che assumono in autunno e dalla betulla, pianta dalla caratteristica corteccia di colore bianco, spesso lacerata da incisioni più scure.

I diversi nomi della “Muntagna”

Perché l’Etna è uno dei vulcani più studiati al mondo?

I Monti Rossi e la distruttiva eruzione del 1669

La continua evoluzione dei Crateri sommitali Etnei

Acireale e la ricostruzione dopo il terremoto del 1693

Il primo tentativo al mondo (quasi riuscito) di fermare una colata lavica: l’eruzione del 1991-93

I sensi raccontano i Crateri sommitali Etnei

I sensi raccontano Acireale

Una fauna ancora tutta da scoprire

Acireale e le sue “timpe”

L’eruzione del 2001 dell’Etna, quando la Montagna sembrava viva

Torre del Filosofo: alla base dei Crateri Sommitali (2950 metri)

L’eruzione del 1928 che distrusse il paese di Mascali

Il Belvedere Etneo

La montagna vivente

I Malavoglia

L’eruzione del 1669 a Catania

L’uomo e il vulcano: come comportarsi? Il rischio vulcanico

I sensi raccontano Acicastello ed Acitrezza

La Val Calanna, il primo passo verso un unico grande edificio vulcanico

L’Isola Lachea e i Faraglioni di Acitrezza

I sensi raccontano il Belvedere dell’Etna

L’Etna: un meraviglioso insieme di diversi tipi di flora

Etna, un laboratorio naturale dove svolgere esperimenti

Un vulcano in continua evoluzione

La Valle del Leone e l’Ellittico

I sensi raccontano la Val Calanna

I sensi raccontano Torre del filosofo

Il terremoto che cambiò la geografia della Sicilia orientale nel 1693

Empèdocle e la sua passione per l’Etna

Il fiume Aci

I sensi raccontano I Monti Rossi

I primi edifici vulcanici dell’Etna, tra Acicastello ed Acitrezza

Il Grand Tour in Sicilia

L’Ellittico, il primo grande vulcano Etneo

Il sistema di faglie delle “Timpe” di Acireale

I sensi raccontano la Valle del Leone

L’attività dei Crateri sommitali tra il 2011 e il 2019

Le “tacche” della neve