Le vulcaniti della Timpa, grazie alla loro permeabilità, costituiscono un importante serbatoio per le acque sotterranee di questa porzione della costa orientale siciliana. In alcuni punti queste acque emergono in superficie dando luogo a sorgenti, per lo più localizzate intorno al livello del mare.
Una di queste è denominata “Sorgente Miuccio” che si dice essere ciò che resta del fiume Aci, un corso d’acqua per lo più ormai sotterraneo e di cui fa menzione anche
Ovidio
. Queste acque sono indissolubilmente legate alla mitologica storia d’amore fra la ninfa
Galatea e il pastorello Aci
.
Il nome del pastore fa riferimento al fiume, inizialmente, conosciuto dai greci con inome Akis. Successivamente, venne citato da Idrìsi, famoso cartografo di Re Ruggero il Normanno, con il nome di Aci. Questo nome identificava non solo il fiume ma un’intera zona su cui successivamente sarebbero sorti ben nove tra paesi e comuni collegati tra loro dal medesimo prefisso: Acireale, Acicatena, Acicastello, Acitrezza, Aci Platani, Aci Santa Lucia, Aci bonaccorsi, Aci San Filippo, Aci Sant’Antonio.