L’eruzione del 1991-93, l’ultima grande eruzione dell’Etna del XX secolo, ebbe inizio la notte del 14 dicembre 1991, quando si aprì una fessura eruttiva nella parete occidentale della Valle del Bove, a circa 2200 metri di quota.
La lava iniziò a scendere, rapidamente, verso il fondo della Valle del Bove, nella sua parte meridionale, per poi avanzare verso est, in direzione del ripido pendio del Salto della Giumenta ad una quota di circa 1300-1400 metri, dove la Valle del Bove passa nell’adiacente Val Calanna.Visto il rapido avanzamento della colata lavica in direzione dell’abitato di Zafferana Etnea, si decise di costruire un terrapieno attraverso Portella Calanna, la parte più orientale di Val Calanna.
Tale barriera venne eretta in maniera perpendicolare alla direzione della colata, con lo scopo di arrestare il suo avanzamento piuttosto che deviarla verso un altro luogo.
Nella costruzione parteciparono l’Esercito e i Vigili del Fuoco, ma anche imprese private. Durante le prime tre settimane di gennaio 1992 i lavori continuarono, per erigere un terrapieno lungo 234 metri e alto 20 metri. A metà marzo, la lava toccò, per la prima volta, la base del terrapieno.
Il bacino destinato a “catturare” la lava si riempì rapidamente consentendo alla lava di raggiungere la cresta del terrapieno e iniziare a straripare, nel pomeriggio dell’8 aprile 1992.
Da questo punto, la lava si riversò, con grande velocità, verso valle, in direzione di Zafferana Etnea.
Per guadagnare tempo, si fecero disperati sforzi per costruire una serie di terrapieni più piccoli a valle e si diede inizio ai lavori per un intervento più articolato a monte, con lo scopo di interrompere il flusso lavico alla fonte. Per questo motivo, si procedette, dapprima con una serie di prove nella zona di Val Calanna, con l’applicazione di esplosivi su alcuni piccoli tunnel lavici per vederne gli effetti.
La tregua apparente durò fino al 10 maggio quando la lava tornò ad affacciarsi minacciosa a Portella Calanna. Il giorno successivo si predispose lo sgombero di Ballo e Sciara, le frazioni più vicine al pericolo di Zafferana Etnea.
Il 27 maggio 1992, nel pomeriggio, venne fatto saltare l’argine della colata; il flusso si estese verso il canalone artificiale costruito dai Genieri dell’Esercito, i fronti più avanzati rallentarono il loro corso e Zafferana fu salva. Il 29 maggio tutto il tunnel collassò e la lava iniziò a scorrere in superficie, facendo fermare completamente la lava a valle.
Così la lava non fu più capace di avanzare al di fuori della Valle del Bove e si sovrappose ai campi precedenti fino al 30 marzo 1993, data della fine di questa importantissima eruzione.