Appena fuori dalle mura antiche della città, in prossimità del Parco Archeologico della Neàpolis, si erge in tutta la sua bellezza la Chiesa di San Giovanni alle Catacombe.
La suggestiva chiesa a cielo aperto custodisce, nei suoi sotterranei, due tesori scavati nella roccia: la
Cripta di San Marciano
e la
catacomba di San Giovanni
.
La catacomba di San Giovanni risale al 315 d.C. e fu in uso fino al V secolo.
Un intreccio di gallerie buie e misteriose, scavate nella roccia calcarea, formano un labirinto.
Da un tunnel principale, chiamato decumanus maximus, che era in origine un acquedotto greco, si diramano ad angolo retto dieci gallerie secondarie, chiamate cardines.
Lungo questo reticolo sotterraneo è possibile osservare
differenti tipologie di sepoltura
: il loculo, l’arcosòlio e la forma”. Dalle gallerie è possibile accedere a spazi circolari più ampi: i
cubicoli
, coperti da una cupola con un lucernaio centrale.
Questi ambienti ospitano le cappelle, sepolture destinate ai martiri o ai personaggi più illustri.
Dentro le cappelle, o accanto le aperture d’accesso, sono state ritrovate alcune
ampolle di vetro
, conservate presso il Museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa.
Sono state scoperte cinque cappelle battezzate con i nomi di Eusébio, Sette Vergini, Antiochia, Anonima e Adelfia. Quest’ultima deve il suo nome ad un
sarcofago
ritrovato nel 1827 dall’archeologo
Saverio Cavallari
, sul quale è scolpito il ritratto dei coniugi Adelfìa e Valerio Pròculo Populonio, un governatore di Sicilia.
Le numerose epigrafi rinvenute all’interno della catacomba hanno restituito importanti informazioni, non solo dal punto di vista iconografico, ma anche storico e sociale: l’iscrizione del V secolo d.C. di Euskia, ad esempio, ritrovata nel 1894 dall’archeologo
Paolo Orsi
, rappresenta la testimonianza più antica della devozione e del culto di Santa Lucia a Siracusa.