È il più antico e più ampio tra gli edifici progettati dai romani, adibito , in prevalenza, a rappresentazioni di corse su carri trainati dai cavalli. Durante il corso dell’età imperiale, simili strutture divennero sempre più importanti nella vita del cittadino romano. L’idea di far disputare le prime corse, originariamente di muli, secondo una leggenda, si deve a Romolo, che nella Valle Murcia, fra l’Aventino a sud e il Palatino a nord, diede avvio a questa consuetudine divenuta, addirittura, pretesto del ratto delle Sabine, raffigurato alla villa del Casale, in un mosaico dedicato.
In origine la struttura aveva una forma ad anello a pianta ovale, che si arricchì e si modificò nel corso del tempo per volere di re ed imperatori. Il Circo Massimo continuò ad ospitare spettacoli anche a seguito delle invasioni barbariche, almeno fino al 549, sotto il governo di Totila, re dei Goti. Oggi, di quella gloriosa architettura, sono rimasti alcuni residui del lato curvo, tra i quali scale per i piani superiori, fornaci, luoghi destinati al commercio, le tabernae, databili all’età traianea e riportati alla luce da notevole profondità. Grazie a scavi recenti sono, anche, visibili le basi dell’Arco di Tito, dedicato all’imperatore dopo la vittoria giudaica (70 d.C.).