Olfatto
Percorso B
Piazza Armerina

[2] Odori di terra e di mare

I paesaggi raffigurati nel corridoio della “grande caccia” sono talmente realistici, da rendere vivi anche gli odori caratteristici che pervadono le scene, a partire dal rigoglioso profilo della vegetazione africana e delle fiere che vi abitano, ai quali si unisce quello emanato dalla carne delle esche utilizzate per la cattura. Le distese infinite tra la Mauritania e la Numidia e il terreno paludoso della palus tritonis nell’antica regione della Byzacena, odierna Tunisia, ci immergono in un’atmosfera incandescente, nella quale il profumo del suolo, frammisto alla polvere sollevata dalle battute di caccia e dalla fuga degli animali, sembra cospargersi nell’aria. I profili collinari della scena successiva, intrisi di piante e di alberi ricchi di essenze, fanno da sfondo all’attacco di un leopardo e di una pantera che stanno per raggiungere due antilopi condannate ad un sanguinoso epilogo. Dalle casse, caricate su una nave, contenenti la fauna catturata, fuoriesce un pungente olezzo reso, ancora più intenso, dagli effluvi provenienti dallo sciabordio delle acque marine. Nelle terre situate in Oriente le azioni, sempre più dinamiche, ci trasportano in scene polverose tra l’odore pungente del ferro delle lance e degli scudi utilizzati dai militari cacciatori. L’ultimo episodio, che campeggia nell’abside, diffonde il profumo di un albero d’incenso, situato accanto ad una giovane donna dalla pelle particolarmente scura, a rievocare forse l’Etiopia o la lontana India.