La vita della Cattedrale, viene anche narrata attraverso affreschi custoditi tra le mura di luoghi non sempre adibiti all’esaltazione della bellezza bensì funzionali, come le torri. Avvicinandosi e sfiorando con la mano i preziosi affreschi, si nota che le intemperie hanno compromesso la leggibilità della pittura. In origine c’erano cinque scene dinastiche e regali che celebravano i sovrani della Sicilia. La prima scena rappresenta Ruggero II mentre, con una mano, porge al SS. Salvatore, l’edificio religioso e, con l’altra, il cartiglio relativo ai privilegi di cui l’aveva dotato. La figura di Guglielmo I occupava il secondo quadro a memoria della conferma dei privilegi, a cui si aggiunse anche la donazione della chiesa siracusana di S. Lucia. Si stagliava nel terzo riquadro re Guglielmo II, la cui azione convalidava i privilegi conferiti alla Chiesa dai suoi avi. Una ulteriore conferma degli antichi privilegi occupava il riquadro superiore con la figura di Costanza che, offriva, inoltre, in dono alla Cattedrale il Casale di Odosuer. La quinta scena capovolge il tema compositivo delle scene che la precedono, in quanto racchiude una rivendicazione politica rappresentata dalla presenza di Federico II di Svevia, che allontana il vescovo Giovanni dal Tempio cefaludense.