Camminando sul pavimento dell’aula, realizzato con basole calcaree e costituito da elementi lapidei provenienti da cave diverse, tra le quali la lumachella estratta dalla Rocca di Cefalù si notano, nelle navate laterali, alcuni monumenti funerari e scultorei che abbellirono la chiesa nei secoli successivi alla sua edificazione. Tra questi si ammira la dolcissima Madonna con Bambino di Gagini. La navata centrale è definita, su ciascun lato, da una fila di otto colonne sormontate da archi ogivali su cui si eleva la muratura che ne delimita lo spazio superiore. Le colonne costituite da differenti marmi, come il granito e il cipollino, provengono da spolio di precedenti fabbriche di età classica. Con lo sguardo all’insù, osservare il tetto a due falde della Cattedrale di Cefalù, ci riporta indietro nel tempo a quando è stato edificato come un’opera inedita, in perfetto dialogo con la struttura delle pareti della navata centrale. La soluzione adottata dai carpentieri medievali, a capriate, presenta una decorazione pittorica originale con colori accesi che, tramite una stretta connessione temporale, si sposa con le vetrate realizzate, agli inizi degli anni Novanta, dall’artista palermitano Michele Canzoneri, che rapiscono il nostro sguardo proiettandoci a ritroso nel tempo, nella narrazione di temi biblici.