Purtroppo, ci sono poche testimonianze dei culti professati nella città di Agrigentum. Secondo Cicerone, Demetra e Persefone erano le dee più venerate in Sicilia: è quindi molto probabile che il culto per Cerere e Proserpina, questi sono i loro nomi latini, sia proseguito anche in età romana inoltrata, sebbene non ci siano prove archeologiche che attestino una continuità nell’utilizzo del grande
santuario
dedicato alle Divinità Ctonie costruito in età classica.
L’importanza di questo culto potrebbe essere rafforzata dal fatto che i
misteri eleusini
, culti misteriosi dedicati alle due dee, si diffusero a Roma e trovarono un gran numero di seguaci fino alla media età imperiale, soprattutto nelle città della Magna Grecia.
All’interno di una domus del quartiere ellenistico-romano, infatti, è stata rinvenuta una piccola
arula
risalente all’età imperiale e dedicata proprio a Demetra. Sempre dalle testimonianze lasciate da Cicerone, è possibile dedurre che esistesse ad Agrigentum un tempio dedicato a Ercole, poco distante dal foro, dove era custodita una bellissima statua del Dio consumata su alcuni punti a causa dei baci dei fedeli. Non è possibile capire se il tempio di cui parla Cicerone fosse lo stesso che, all’interno del Parco Archeologico della Valle dei Templi, viene identificato con questo nome.
In ogni caso, è proprio dal tempio di Ercole che proviene una statua di
Asklepios
databile all’età augustea, che testimonia l’utilizzo del luogo ancora in età romana.