Nella vita quotidiana degli abitanti dell’antica Roma le terme rivestivano un ruolo fondamentale: erano considerate un vero e proprio
rito
, nonché luogo di riferimento della mondanità, a cui potevano prendere parte sia i ricchi patrizi che la gente del popolo.
Nel 2014, durante una campagna di scavi per mettere in luce l’insula IV del quartiere ellenistico-romano, è stato rinvenuto un edificio termale: una scoperta di incredibile rilevanza, se si pensa che in un abitato così esteso e strutturato come quello di Agrigentum questo elemento, fondamentale nelle città romane dall’età imperiale in poi, era ancora assente. I resti portati alla luce, finora, sono tre vani realizzati con grande accuratezza tecnica composta da conci di tufo.
Il primo ha la forma di un rettangolo con il pavimento in cocciopesto e al suo interno si apprezzano i resti di una vasca rotonda, probabilmente il calidarium, la cui pavimentazione è stata distrutta dal riuso della struttura in età altomedievale, forse per l’impianto di una
calcara
.
Da qui si poteva passare al vano di accesso del praefurnium, un grande forno utilizzato per la produzione di aria calda.
Nel Vano 3 è ancora visibile
l'ipocausto
con le suspensurae, che permettono di capire come funzionasse il sistema di riscaldamento delle terme. Ancora non è chiaro se l’impianto fosse pubblico o privato: i resti rinvenuti sono annessi a una domus, ma le dimensioni degli ambienti scavati farebbero pensare a un complesso termale di quartiere a disposizione degli abitanti dell’area residenziale al centro della città antica.