La tendenza dei romani a ostentare il lusso è testimoniata, oltre che dalle abitazioni, anche dagli spazi funerari: le tombe per i morti, come le case per i vivi, dovevano essere una rappresentazione dello status e del lusso del padrone. La necròpoli di Agrigentum venne posizionata sotto le mura meridionali e la scelta di questa area assume un rilevante significato simbolico se si considera che questa era la via che portava al mare, e quindi a Roma. Era articolata su diversi settori: il più antico (II-III sec. d.C.) è conosciuto con il nome di Necròpoli Giambertoni ed era caratterizzato da tombe a cassa di pietra calcarea e sarcofagi scolpiti, tra cui quello molto pregiato del fanciullo. Un’altra area (III-VI sec. d.C.) si trova nei pressi del
Tempio della Concordia
ed è conosciuta come necròpoli sub divo, ovvero a cielo aperto; era costituita da circa 130 tombe a cassa trapezoidale scavate direttamente nella roccia. Infine, una grande catacomba comunitaria chiamata Grotta Fragapane (IV-V sec. d.C.) connetteva le due aree precedentemente nominate attraverso loculi e corridoi sotterranei.La Grotta Fragapane si apre su quella che è stata definita la Via dei Sepolcri, un percorso che attraversa la necròpoli da est a ovest, ricavato da un canale di età greca che serviva, probabilmente, per il trasporto dell’acqua alla rete di acquedotti della città.
In alcuni punti che costituiscono delle rotonde, tra i corridoi di collegamento, le
catacombe
sono state ricavate sfruttando le preesistenti cisterne a campana di età greca, che sono così divenute delle vere e proprie camere sepolcrali.