Affermatisi con l’avvento del culto inumatorio nel II secolo d.C., i sarcofagi erano oggetti molto preziosi che solo committenze con notevole disponibilità economica potevano permettersi.
Questi manufatti, spesso pregiatissimi, avevano la funzione di custodire la memoria delle persone e manifestare i valori di una
gens
a tutti coloro che li osservavano.
Nell’area circostante la Tomba di Teróne è stato rinvenuto un sarcofago in marmo di epoca adrianea (II secolo d.C.), scolpito su tre lati e, probabilmente, destinato ad essere addossato al muro di una camera sepolcrale. Esso viene chiamato il Sarcofago del Fanciullo: con estrema delicatezza, sapienti scalpelli sono riusciti a raccontare storie di vita quotidiana del ragazzo, morto probabilmente in età adolescenziale.Sul fronte è riportata la scena della morte, con il fanciullo disteso sul giaciglio e circondato dai genitori e altri personaggi; particolare è l’effetto di una donna china verso di lui per accarezzargli il viso.
Sui due lati si trovano, invece, raffigurati il momento della nascita e un momento di gioco, con il bimbo su un piccolo carro trainato da due pecore.
Oggi il sarcofago è custodito al Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo, dove si trova anche un altro sarcofago, di cui si conserva solo la fronte, su cui campeggiano due maschere teatrali che hanno ispirato la scultura in bronzo posta sulla tomba di Pirandello, presso la sua
casa natale
in contrada Caos.