Intorno all’VIII secolo a.C. la Grecia stava vivendo un periodo di forte espansione, sia da un punto di vista
demografico
che commerciale.
Per le caratteristiche poco ospitali del territorio arido e montuoso della penisola greca, non sempre adatto alla fondazione di nuovi centri abitati, numerose città iniziarono a espandersi fuori dai confini della madrepatria per fondare nuovi centri abitati, le
colonie
. In particolare, i Greci navigarono verso l’Italia meridionale, fino a raggiungere, anche, la costa ionica della Sicilia.
Gli Elleni arrivarono prima in Basilicata, dove trovarono un territorio fertile e ricco di grano, in seguito si spinsero sulle coste del golfo ionico, dove sorsero Reggio, Sibari, Crotone e Taranto.
In Sicilia, vennero colonizzate le coste rivolte a oriente e a meridione: le più vicine alla madrepatria.
Intorno al 734 a.C. sorse Naxos alla quale seguirono Catania, Siracusa, Megara Iblea, Gela. La capacità dei Greci di creare un territorio unitario e culturalmente omogeneo, tra tutte queste città, portò alla diffusione del termine greco di Megàle Ellàs, ovvero Grande Grecia, per indicare il sud Italia e la Sicilia.
La madrepatria portò alle colonie anche grandi innovazioni: innanzitutto, sotto un profilo culturale, vennero diffusi l’alfabeto e l’utilizzo della scrittura mentre, economicamente, venne introdotto l’utilizzo del
ferro
e di altre materie prime, ancora sconosciute, che diedero impulso all’artigianato. Queste circostanze permisero alle città della Magna Grecia, sempre orgogliose della propria identità e indipendenza, di fiorire negli anni fino a diventare delle potenze ricordate per la grande influenza politica che esercitavano nel bacino del Mediterraneo.