Modica è caratterizzata da due grandi fuori scala architettonici che dominano tutta la città: uno di questi è il Duomo di San Giorgio, l’edificio ecclesiastico più monumentale del Val di Noto.
L’attuale chiesa è il maggiore esempio della teatralità barocca, enfatizzata al massimo dalla sua posizione in cima alla scenografica scala di 250 gradini, pensata per collegare i due dislivelli della città.
Con la sua imponente
facciata a torre
è uno dei maggiori simboli del barocco siciliano.
Le sue origini risalgono all’età medievale: fu distrutta e ricostruita più volte a cause degli eventi sismici del 1542, del 1613 e quello devastante del 1693. Fu costruita a partire dal 1702 e completata con l’apposizione della croce in ferro sulla
guglia
nel 1842.
Diversi architetti lavorarono al progetto arricchito da disegni in continua evoluzione, visto il lungo protrarsi degli interventi nel corso del tempo; in particolare,
Rosario Gagliardi
supervisionò i lavori della caratteristica facciata a torre, alta poco più di 60 metri.
Sebbene non sia attestato nei documenti di progetto, dal 1761 in poi l’architetto Francesco Paolo Labìsi proseguì i lavori occupandosi della realizzazione del secondo e terzo ordine della facciata e dei portali rococò dalle forme sinuose e ricche di decorazioni.
I portali d’ingresso, furono realizzati in seguito, dal capomastro Carmelo Cultraro.
Il genio del rinnovamento siciliano, assorbì anche le proposte che giungevano dal Barocco europeo, tanto che alcune soluzioni adottate nella facciata della
Cattedrale di Dresda
, completata nel 1753, possono essere state prese da esempio da parte del Labìsi.