Entrando nella chiesa si viene quasi accecati dalla potenza luminosa di questo spazio. Le pareti sono completamente bianche adornate da stucchi e dorature settecentesche, opere dell’artista Onofrio Russo da Policoro, gli eleganti pilastri con basi in pietra a vista e le arcate, che suddividono la navata centrale con le due laterali, creano un ritmo calzante che porta lo sguardo fino all’àbside. Da questo punto, rialzato da cinque scalini mistilinei, si erge l’altare maggiore, una macchina lignea del 1753, che fa da cornice alla settecentesca pala della Natività della Vergine di Olivio Sozzi, avvolta dalla tenue luce proveniente dalle due piccole aperture sull’àbside. La ricerca scenica all’interno di questa chiesa è data anche dal contrasto tra le candide pareti e le numerose opere coloratissime che costellano lo spazio. Lungo le navate laterali ogni campata è caratterizzata da un altare marmoreo sormontato da un dipinto o da un affresco, mentre le volte sono sottolineate da una doratura e presentano un tondo affrescato, al centro, che ne accentua la tridimensionalità.
Ricordiamo che i Barresi e Branciforte dal XV secolo, promossero la circolazione di molti artisti ed ebbero un importante ruolo per la ricostruzione della chiesa, chiamata anche, per tale ragione, Santa Maria della Stella dei Barresi. Tra i numerosi manufatti artistici, il più celebre è la terracotta invetriata della Natività di
Andrea della Robbia
, degno di nota anche il
sepolcro
di Blasco II Barresi del 1465.