Empedocle fu un altro personaggio politico molto importante per Akragas. Visse dal 492 al 430 a.C. e dopo la morte di Teróne, abolita la tirannide, gli venne affidato il governo della città.
Era, infatti, un personaggio molto saggio e rispettato, non solo per il suo ruolo politico ma anche per i suoi scritti e le riconosciute conoscenze filosofiche e mediche. Durante questo periodo l’antica Agrigento raggiunse il culmine di quella potenza che ancora riecheggia tra le sue rovine.
La situazione economica continuò a prosperare anche dopo il regno di Teróne, rendendo Akragas una delle più ricche città greche, e i suoi abitanti i più opulenti della Sicilia.
I campi erano tutti floridi, coltivati con
vigneti
e uliveti, e i prodotti che ne scaturivano venivano scambiati nei numerosi e floridi commerci con Cartagine. Nel frattempo, proseguivano ininterrotti i cantieri di costruzione dei templi che affollavano la parte meridionale della città.
Diodòro Siculo
racconta che gli agrigentini, in quel periodo, beneficiavano di grande prosperità e venivano abituati al lusso sin da bambini. Fu proprio per questo che, come racconta Diògene Laerzio, Empedocle rivolse una critica ai suoi concittadini, affermando che “gli agrigentini vivono nel lusso come se dovessero morire l’indomani, mentre costruiscono case come se dovessero vivere in eterno”.
Una leggenda narra che Empedocle morì nel 430 a.C. gettandosi dentro il cratere dell’
Etna
.