Falàride fu il primo tiranno di Akragas.
Regnò probabilmente dal 570 al 554 a.C., per ben sedici anni.
Nonostante sotto la sua guida la città avesse notevolmente espanso i confini territoriali, le fonti tramandano di un personaggio crudele e controverso, accusato di aver preso il potere con la forza.
Un giorno, infatti, gli fu chiesto di costruire un Tempio dedicato a Zeus sull’
Acropoli
della città; durante le
Tesmofòrie
, mentre tutti gli akragantini erano in festa, armò gli operai che lavoravano al suo cantiere e, spietatamente, ordinò loro di assalire la città e i suoi abitanti: nessuno si aspettava un’aggressione in un momento di festa e quindi, per Falàride, non fu difficile impadronirsi del potere.
Un’altra storia tramandata sul tiranno è quella del suo famoso toro: si narra che Falàride chiese a un fabbro-fonditore ateniese, Perillo, di creargli una macchina da tortura che lui stesso aveva progettato.
Era un toro di bronzo, cavo all’interno, in cui il tiranno era solito gettare le persone che voleva torturare e uccidere.
Sotto il toro veniva acceso un fuoco e le vittime venivano letteralmente arrostite al suo interno, da dove provenivano le loro grida straziate che risuonavano nell’aria come ruggiti.
La storia tramanda che la cattiveria di Falàride fosse interminabile: una volta costruito il toro, il tiranno pretese che fosse Perillo, lo stesso artigiano che lo aveva costruito, a provarlo per primo.
Quando perse il potere – si pensa che sia stato per mano di Telemaco, antenato di Teróne – per vendetta, anch’egli venne rinchiuso dentro il toro sotto il quale fu acceso un gran falò.