Il percorso rituale nel Santuario delle Divinità Ctònie era un trionfo di odori contrastanti che raggiungevano il culmine nel secondo terrazzo. Era qui, infatti, che si accendevano gli incensi, il cui profumo vellutato inebriava l’aria e preparava l’atmosfera per il sacrificio agli dei. L’odore, all’aria aperta, era fortissimo quando gli incensi venivano accesi; conclusa la cerimonia, spenti gli incensi, il vento riportava nell’aria i profumi della natura.
Nel primo terrazzo del Santuario, i devoti si trovavano nelle sale di accoglienza e riunione del portico e con le offerte cominciavano la visita ai tempietti.
Non appena la processione iniziava, il chiacchiericcio delle persone veniva sostituito dai canti che accompagnavano il corteo verso il secondo terrazzo: il ritmo della marcia era imposto e scandito dai suonatori di flauto, che, insieme ai sacerdoti, conducevano le vittime al luogo del sacrificio.
I canti proseguivano poi sul terrazzo dei Donàri, interrotti solo dal rumore delle pietre riversate nelle buche a coprire i doni lasciati in offerta alle dee.
Le vittime sacrificali erano scelte tra bovini, suini, ovini e animali più piccoli come cani o galletti. Ad Akragas, le vittime più comuni erano capre e pecore, le cui carni, una volta ucciso l’animale, venivano tagliate e divise in due porzioni.
I femori, avvolti nel grasso, costituivano la porzione sacrificale destinata alle divinità; le parti restanti, invece, venivano cucinate e distribuite tra i fedeli, che le consumavano poi tutti insieme.