Se pensiamo a come venivano creati i mosaici, sarà naturale immaginare l’atmosfera di un cantiere, con i tanti rumori che ne derivano: il picchiettare del lapidarius structor, che rompeva le pietre per creare i tasselli; i movimenti del pictor parietarius, che forava il supporto su cui aveva disegnato le forme, per soffiarci la polvere di carbone che avrebbe impresso l’immagine sulla parete o sul pavimento.
Ammirare i mosaici di Agrigentum oggi significa invece abbandonarsi alla quiete del Museo Archeologico dove alcuni sono custoditi, o al silenzio della natura mentre si passeggia per le antiche strade del quartiere ellenistico-romano.
Nelle ceramiche da mensa, in sigillata italica, rinvenute nelle domus di Agrigento sono presenti delle finissime decorazioni ottenute con il metodo della rotellatura: fitte file di incisioni che, inizialmente comparivano solo su una fascia nel fondo interno dei piatti, in seguito divennero sempre più diffuse e numerose anche sulle pareti esterne.
E così gli antichi potevano sentire scorrere sui loro polpastrelli la diversa profondità e plasticità delle figure rappresentate sui loro utensili.
Nelle domus delle famiglie più agiate era uso consumare la cena nell’ambiente del triclìnium, coricati sui letti mentre i servitori portavano a tavola le portate.
Il menù era, di norma, composto da tre primi piatti, due diverse tipologie di arrosto e il dolce. Dopo l’antipasto si degustava solitamente vino con miele mentre, tra una portata e l’altra, i servitori si preoccupavano di non far mancare a tavola panini caldi.
Sebbene oggi il quartiere ellenistico-romano presenti solo la parte più bassa delle pareti perimetrali delle domus, ai tempi di Agrigentum, queste case che oggi ci appaiono così quiete, dovevano essere un miscuglio di colori brillanti.
I romani amavano decorare sfarzosamente i luoghi in cui vivevano: le pareti erano adornate da raffinate pitture, i pavimenti ricoperti da tasselli polìcromi o in bianco e nero che formavano mosaici e persino gli utensili di ogni giorno avevano colori lucenti.