I raffinati panneggi delle statue dei togati sono il primo elemento che si nota quando le si osserva. All’apparenza, si ha la sensazione di trovarsi davanti a morbide toghe di lana o cotone, delicate al tatto mentre assecondano un corpo in movimento.
In realtà, sono state scolpite su blocchi di marmo bianco, che scorre liscio e freddo sotto i polpastrelli delle mani: l’ignoto autore di queste opere è magistralmente riuscito a trasformare un blocco di pietra in una morbida veste.
Nonostante la loro imponenza, le statue dei togati appaiono leggiadre e composte nei loro atteggiamenti.
Il panneggio, che più cattura l’attenzione, segue le forme dei corpi e riprende con dovìzia di particolari tutte le pieghe che si creano quando tale indumento viene sistemato.
Gli scalpelli dell’artista hanno riprodotto un’immagine tanto simile alla realtà da cancellare nello spettatore la consapevolezza del materiale di cui sono fatte, e lo lascia a osservare in attesa che le toghe, in tessuto, si possano scostare al primo soffio di vento.