Il mito narra che Demetra, dea della terra e protettrice della natura, ebbe una bellissima figlia, Persefone, da suo fratello Zeus. Ade, il dio dei morti, si innamorò della fanciulla e la rapì, trascinandola con lui nel
regno degli inferi
.
Demetra, allora, iniziò a cercare sua figlia ovunque e, in preda alla disperazione, smise di prendersi cura delle piante, tanto da provocare una grande carestia di fiori e di frutti sulla terra.
La natura si era addormentata e gli uomini, intanto, soffrivano per la mancanza dei suoi doni.
Zeus allora decise di intervenire e ordinò ad Ade di restituire Persefone a Demetra.
Ade acconsentì, ma prima di lasciarla andare le fece mangiare sei chicchi di melagrana, che costrinsero la ragazza a tornare da lui, nel regno dell’oltretomba, per sei mesi all’anno. Così gli antichi si spiegavano il ciclo delle stagioni: quando Persefone tornava sulla terra, Demetra felice risvegliava la natura, in primavera e in estate.
Al contrario, durante il suo rientro negli Inferi, la natura si riaddormentava e i terreni tornavano ad essere spogli e senza vita, come accade in autunno e in inverno.
Secondo
Cicerone
, le due dee erano le divinità più venerate di tutta la Sicilia.
L’isola infatti, era una terra a forte vocazione agricola, dove la ricchezza e il benessere degli abitanti erano strettamente legati al ciclo delle stagioni e ai prodotti della terra. Agrigento in particolare era una terra fertile per la coltivazione e per i pascoli, e i suoi abitanti avevano dunque eretto diversi santuari per le due divinità, tanto che
Pìndaro
la definì la “dimora di Persefone”.