In tutte le città romane il
foro
era certamente il luogo pubblico per eccellenza.
Centro degli scambi sociali, economici e politici della città, si trovava di solito al centro dell’insediamento, nel punto di incrocio tra il
cardo e il decumano
.
La posizione decentrata di quello di Agrigento è una testimonianza del retaggio greco-ellenistico che la città mantenne: le città greche a schema
ippodameo
non avevano un preciso centro cittadino, ma disponevano piuttosto di una o due aree sacre sopraelevate, le acropoli.
Il foro di Agrigentum, comunque, fu edificato in epoca romana in una posizione a dir poco strategica: si trovava nel punto di incontro tra quattro quartieri diversi che, proprio in quel luogo, venivano a contatto. Poichè la piazza presentava dei dislivelli sui lati est e ovest, furono costruiti degli sfarzosi portici che permettevano il passaggio da un livello all’altro. Purtroppo non si hanno molte notizie di questi edifici, se non di alcuni tempietti probabilmente dedicati a
Demetra e Persefone
, dee della fertilità e della fecondità chiamate dai romani Cerere e Proserpina.
I lavori di costruzione furono inaugurati nel II sec. a.C., quando i romani iniziarono, concretamente, a imprimere il loro segno anche sulle architetture della città, ma si interruppero bruscamente per motivi non noti e ripresero solo nel I secolo d.C.; di conseguenza, si trovano nel foro anche caratteristiche di età imperiale ed è in particolare a quest’epoca che risale un monumentale complesso sacro dedicato al culto dell’imperatore sul lato settentrionale della piazza.