Più di 2500 anni fa, nel 580 a.C., alcuni coloni
rodio-cretesi
che vivevano a Gela fondarono Agrigento, nella costa sud-occidentale della Sicilia. Aristinoo e Pistilo, i due comandanti della spedizione, individuarono un sito prospero e rigoglioso a circa 3 chilometri dal mare, ricco di acqua e terreni fertili, ideale per un nuovo insediamento. In quel fiorente territorio si ergeva, infatti, un vasto
altopiano
dotato di un ripido costone roccioso, circondato da due fiumi. La natura, in questo luogo, era particolarmente ricca: il clima mite e il passaggio dei corsi d’acqua, rendevano i terreni dei dintorni molto fertili e adatti sia alla coltivazione dei campi che al pascolo del bestiame. Il nome del fiume principale, che scorreva a est dell’altopiano, era
Akragas
: la parola derivava dal termine greco “karkinos”, che significa “granchio”, probabilmente per i numerosi esemplari che ne popolavano le acque.
Questo fiume era talmente importante per l’antica città che veniva venerato quasi come una divinità.
Il suo
affluente
si chiamava Hypsas e, il suo corso, passava a ovest dell’altopiano per poi confluire con l’Akragas e gettarsi, con quest’ultimo, nel mare.
Proprio la vicinanza alla distesa marina, era un altro punto di forza per l’antica Agrigento: essa era abbastanza lontana da evitarne i pericoli, ma altrettanto vicina da poterne beneficiare per il commercio dei prodotti del sottosuolo, di cui il territorio era particolarmente ricco.