I primi templi e il culto di Demetra e Persefone

Il Tempio di Èracle

Il Tempio di Èracle è il più antico dei templi akragantini: fu il primo a essere edificato nella Valle dei Templi. Posto sul costone roccioso della collina a sud dell’insediamento, si stagliava fiero e isolato verso il cielo e proprio per questo motivo doveva suscitare un certo effetto nell’osservatore, che ne contemplava la maestosità.
L’origine del suo nome si basa su una citazione di Cicerone che nella sua opera In Verrem parlava di un tempio dedicato all’eroe situato non lontano dal foro, contenente una famosa statua del semidio. Quello di Èracle era un tempio dorico , come tutti quelli di Agrigento, circondato su ciascun lato da una fila di colonne: sei sui lati brevi e ben quindici sui lati lunghi. Il tempio sorgeva su un basamento a cui si accedeva tramite quattro gradini; nel corridoio tra le colonne e la cella, il luogo dove veniva custodita la statua della divinità, è ancora sorprendentemente visibile l’antico lastricato, fatto di grosse pietre di forma quadrata. La trabeazione era riccamente decorata, colorata di rosso e azzurro.
Il ritrovamento di alcune decorazioni del fregio all’interno del tempio e di dimensioni più piccole rispetto a quelle del fregio esterno, hanno fatto supporre che la struttura presentasse una trabeazione decorata anche all’interno. Il tempio fu, probabilmente, distrutto da un terremoto e delle trentotto colonne che lo componevano in origine, solo nove oggi sono in piedi, grazie soprattutto all’intervento di restauro finanziato, nel lontano 1922, dal capitano inglese Alexander Hardcastle cui si deve la ricollocazione di ben otto colonne.

Grondaie per l'acqua piovana decorate a forma di testa leonina
Il tempio di Eracle, come quello di Demetra, presentava dei gocciolatoi dalla particolare forma di testa leonina, custoditi presso il Museo Archeologico Pietro Griffo. Questi elementi, scolpiti nella pietra, si presentano oggi molto rovinati e corrosi dal tempo, ma è ancora possibile distinguere chiaramente il muso del leone che sporge e la bocca, aperta, dell’animale. In origine, la testa del leone doveva apparire circondata da una folta criniera finemente scolpita, da cui spuntavano le orecchie. Sul volto erano presenti gli occhi dell’animale, e il muso rifinito di particolari. Dalla bocca aperta, da cui scendeva l’acqua, si vedevano i denti. I reperti, in pietra calcarea, si datano dalla fine del VI secolo al II secolo a.C.
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