Per le sue dimensioni, il tempio di Zeus Olimpio è considerato il più grande che ci sia in tutta la Sicilia: con i suoi 30 metri di altezza, 112 di lunghezza e 56 di larghezza, celebrava la vittoria di Agrigento sui cartaginesi. Le proporzioni così maestose lo rendevano un vero e proprio manifesto per la propaganda della potenza del tiranno Teróne.
I lavori di costruzione dell’edificio durarono per oltre settant’anni, ma furono poi bruscamente interrotti: secondo
Diodòro Siculo
, uno storico Siceliòta, ovvero greco di Sicilia, la causa di tale interruzione fu probabilmente dovuta ai Cartaginesi che, tornati in Sicilia nel 406 a.C., conquistarono e distrussero la città. L’enorme struttura poggiava su un
basamento
di cinque gradini. Come i templi di Demetra e di Asclépio, anche l’edificio sacro dedicato al re degli dei non era circondato da colonne. Il tempio di Zeus, infatti, aveva delle semicolonne inserite come pilastri sul muro, sette nei lati corti e quattordici nei lati lunghi.
Tra una semicolonna e l’altra si ergevano i
telamóni
,
gigantesche statue
alte ben 7,65 metri, con le braccia piegate dietro la testa per
reggere simbolicamente l'architrave del tempio
. Poco distanti dalla fronte, rivolto a est come per tutti i templi greci, si può ancora apprezzare il basamento del colossale altare: misurava 54 metri per 17! Era in questo spazio sacro che si svolgevano i terribili sacrifici in onore del dio, tra cui spicca il rito dell’
ecatómbe
, il sacrificio di cento buoi. La ricostruzione del tempio, in tutta la sua grandezza, purtroppo, è solo ipotetica: durante il Medioevo i blocchi di pietra dell’edificio furono portati via per costruire i palazzi e le chiese di Agrigento mentre, nel ‘700, quelli che rimasero, furono utilizzati per il molo di Porto Empedocle.