Antonio Romano, così come lo scultore Ignazio Marabitti, è attestato nei cantieri voluti dall’arcivescovo Francesco Testa.
Nei documenti ha funzione di segretario, revisore dei conti e supervisore dei lavori e spesso è anche attestato come ingegnere. La sua formazione avviene nel Seminario di Monreale, successivamente intraprende la carriera ecclesiastica: nel 1756 scrive all’arcivescovo per essere ammesso al diaconato e nominato in seguito sacerdote.
L’arcivescovo Testa promosse il rifacimento del portico e coinvolse sia Ignazio Marabitti, come esecutore, che Antonio Romano, come sovrintendente del cantiere.