Bonifatius

La scritta a mosaico è inserita in un pannello, posto lungo l’ambulacro che circonda il Peristilio, in prossimità della parte centrale del lato orientale, in zona prossima ai gradini che portano al livello superiore del corridoio della grande caccia. Secondo gli studi condotti, questo pannello è stato inserito in un secondo momento rispetto alla composizione generale del partito figurato che connota il porticato.
La fascia è decorata a mosaico con un kàntharos, da cui escono elementi vegetali e rami di miglio, e riporta il nome Bonifatius insieme al disegno di alcune barre, identificabili con numerali romani: II, III e IIII. Il nome Bonifatius si ritrova già presente in mosaici africani di III e IV secolo, come nel caso di un mosaico della Tunisia in cui il nome Bonifa[tius] si collega alla figura di un venator “cacciatore”, all’interno di una più ampia composizione con protagonisti dei giochi nell’anfiteatro.
Il nome ha un significato benaugurante. Anche alcuni combattenti o aurighi del circo avevano un “nome di battaglia” dal significato eloquente, spesso riferito alle proprie doti.
I segni II, III e IIII, in una ultima interpretazione, sono stati individuati come numerali corrispondenti ciascuno a una diversa sodalitas, come una odierna corporazione. Le sodalitates africane di venatores si occupavano dell’organizzazione di venationes in tutti i loro aspetti, dal reperimento delle belve al combattimento contro di esse nell’anfiteatro, ma anche all’esibizione di animali particolari.
Nel mosaico di Bonifatius si ritrovano sia i rami di miglio sia le cifre, e nella bordura del lato opposto, anche le foglie d’edera.
La posizione del pannello davanti alle scale, che portano all’ambulacro della Grande Caccia in cui è rappresentata la cattura degli animali da usare per le venationes, pone in stretta correlazione gli elementi prima analizzati, anche se, allo stato attuale degli studi, non si ritrova una unica e condivisa interpretazione.