La cappella di Santa Rosalia, nell’abside meridionale, custodisce le spoglie della Santa, patrona di Palermo. Varcando il cancello di ottone, dietro l’altare d’argento, è collocata la preziosissima urna a reliquario, sempre in argento. Realizzata nel 1631 dagli argentieri Giuseppe Oliveri, Francesco Rivelo, Giancola Viviano, Matteo Lo Castro, con la collaborazione di Michele Farruggia e Francesco Roccuzzo e il disegno di Mariano Smiriglio, è uno degli esempi più alti di oreficeria barocca. Nell’urna sono raffigurati momenti della vita della Santa. Ai lati due altorilievi di Valerio Villareale, rappresentano Santa Rosalia invoca Cristo per la liberazione della peste e l’Ingresso delle gloriose reliquie di Santa Rosalia a Palermo. Nata a Palermo nel 1130 da una famiglia benestante, Rosalia, da piccola visse in ricchezza nella villa paterna situata nell’odierno quartiere Olivella. Educata a corte, secondo la tradizione divenne anche damigella della regina. Non volendo accettare un matrimonio con il conte Baldovino, a quindi anni lasciò gli agi per abbracciare la fede. Visse per dodici anni, come eremita, in una grotta in Santo Stefano Quisquina, dedicandosi soltanto alla preghiera e l’amore verso Dio. Tornata a Palermo, trascorse il resto dei suoi giorni in un’altra grotta sul Monte Pellegrino, dove morirà, a quarant’anni, nel 1170. Viene ricordata il giorno della morte, il 4 settembre e il giorno del ritrovamento delle reliquie il 15 luglio. Le reliquie, ritrovate nel 1624, salvarono Palermo dalla peste tanto che Rosalia divenne patrona della città.