La corona di Costanza d’Aragona, rinvenuta nella tomba della prima moglie di Federico II, fu realizzata proprio nell’opificio del palazzo reale di Palermo.
Databile prima del 1222, data della morte della regina, l’opera si rifà alla produzione normanna per la raffinata filigrana d’oro posta sulla calotta, le gemme grezze raccolte in cestelli ed i fili di perline che circondano elegantemente gli smalti.
La stessa decorazione con smalti e perline si riscontra nel mantello di Ruggero II, adesso conservato a Vienna nel Kunsthistorisches Museum ed in alcuni anelli della stessa Costanza. Gli orafi di età normanna preferivano la lavorazione della filigrana alla lamina aurea tipicamente bizantina.
Nel sarcofago di Costanza, conservato nella Cattedrale di Palermo, fu rinvenuto anche un endotaffio su una placca d’argento di forma circolare, attualmente esposta nelle stanze del Tesoro della Cattedrale, con la seguente iscrizione incisa su 9 righe, nella quale si legge: Hoc est corpus d(omi)ne / Co(n)sta(n)cie, illustris Roma/no(rum) imperatricis se(m)p(er) augu/ste et regine Sicil(ie), uxoris / d(omi)ni i(m)p(er)atoris Frederici (et) filie / regis Aragonu(m). Obiit aut(em) anno / d(omi)nice Incarnacio(n)is mill(esim)o CC / XX II, XXIII iunii, X indic(ionis) / in civitate Catanie.
L’endotaffio era una piccola lastra, solitamente in piombo o argento che veniva posta all’interno della sepoltura.