L’evoluzione della figura di Asklépio, dio della Medicina, nella letteratura greca è un caso molto particolare: mentre Omero lo citava nell’VIII secolo a.C. per le sue diffuse conoscenze nel campo medico, ma ancora mortale; già Pìndaro, tre secoli dopo, lo definiva un semidio figlio di Apollo e di una donna mortale.
Dalla fine del V secolo a.C., il personaggio è ricordato da più fonti come una vera e propria divinità, venerata in santuari frequentati da migliaia di fedeli.