Il Duomo di Cefalù è stato voluto da Ruggero II nel 1131, come mausoleo dinastico, per accogliere il suo corpo mortale. A livello architettonico si configura, specie nel disegno originario, come una vera e propria fortezza. Sorto in un territorio strategico, all’estremità orientale del centro abitato, e sotto la rocca che domina sul territorio circostante, il Duomo di Cefalù, con la facciata inscritta tra due torri (dotati anche di feritoie), ha mura spesse e forme grandiose, come una fortezza difensiva, che simboleggiano e sono espressione dell’accentramento politico del potere.
A Catania, la fondazione del primo duomo risale a Ruggero II. Successivamente la chiesa subì varie modifiche per mano dei diversi sovrani che salirono al trono. Ma fu il catastrofico terremoto del 1693 a distruggere il vecchio edificio, sostituito con una nuova chiesa.
Le fasi di lavoro furono lunghe e vari architetti presero parte al progetto. Il primo fu Girolamo Palazzotto, chiamato dal vescovo della città Ignazio Riggio; nel 1709 iniziò i lavori e scelse di riutilizzare le strutture che erano rimaste in piedi come le tre absidi di epoca normanna. Nel 1729 venne nominato vescovo il palermitano Pietro Galletti che decise di affidare la direzione dei lavori all’architetto Giovan Battista Vaccarini. Quest’ultimo completò le parti restanti, tra cui la facciata principale e il muro laterale esterno su via Vittorio Emanuele. I lavori vennero infine terminati da Antonino Battaglia che realizzò la cupola. Nell’Ottocento fu costruito il campanile.
A Messina, invece, dopo la conquista normanna della città, la chiesa fu restituita al culto cristiano e consacrato nel 1197 sotto il pontificato di papa Celestino III. Nei secoli l’edificio fu più volte rimaneggiato. L’ultimo grande restauro fu quello a seguito del disastroso terremoto del 1908, che rase quasi al suolo l’intera città di Messina.