I rinvenimenti in sigillata italica del quartiere ellenistico-romano hanno permesso, grazie a ben 71 bolli diversi e ben conservati, di individuarne la provenienza e capire i rapporti commerciali presenti in città.
Le attestazioni hanno confermato che Agrigentum era inserita in una capillare rete di distribuzione della ceramica sigillata con i più antichi laboratori ceramici di Arezzo e, verso la metà del I secolo d.C., anche di Pisa.
Gradualmente, la produzione dei laboratori pisani iniziò a sostituirsi a quella dei ceramisti aretini; non sono presenti invece tracce di commerci con i centri di produzione del nord Italia.