Il Faraglione, nel Porto di Levante, alto circa 70 metri, è quel che rimane di un edificio vulcanico nella parte nord/est della Caldera della Fossa, fra questa e Vulcanello.
Nella seconda metà del 1800, prima dell’eruzione del 1888-1890, il Faraglione era conosciuto come “la Fabbrica” per l’intensa attività estrattiva dello zolfo e dell’allume qui praticata. “Impresari” dell’epoca furono, ai tempi dei Borboni, il generale Nunziante, al quale successe la famiglia scozzese Stevenson da Glasgow.
A Nunziante, per i meriti conseguiti nelle battaglie contro Napoleone, Ferdinando I, re delle due Sicilie, diede come feudo l’isola di Vulcano.
Il generale impiegò una cinquantina di operai di Lipari e Salina, i quali abitarono le piccole grotte adiacenti la grotta dell’allume, una grotta artificiale molto ampia, profonda 34 metri e provvista di quattro aperture, scavata ai piedi della parete nord del Faraglione Grande.
Da essa si estraeva giornalmente il sale alluminoso, staccandolo dalle pareti della grotta entro cui ribolliva acqua sulfurea.
Nel Faraglione grande sono visibili circa trenta cavità; da qui è possibile ammirare, nel Faraglione Piccolo posto di fronte, un grande arco roccioso, quel che si conserva di un’altra grande grotta adibita all’estrazione dell’allume.
Nel 1878 gli eredi del generale Nunziante cedettero i loro diritti agli Stevenson che acquistarono l’isola per 8000 sterline e che già esercitavano a Lipari l’industria della pomice.