La fauna dell’Etna venne descritta nell’800 da Antonio Galvagni che sostiene di aver osservato lungo le pendici etnee: lupi, daini, cinghiali, caprioli, grifoni e lontre nei corsi d’acqua.
In passato, l’Etna era ricoperto da distese ghiacciate di dimensioni rilevanti, per via del clima molto diverso dall’attuale, ciò si traduceva nella presenza di specie animali che, attualmente, non sono più presenti.
Dai tempi del Galvagni le condizioni di vita, per gli animali, non sono migliorate.
Le specie, allora rare, sono scomparse, altre ancora si sono aggiunte, tra esse il Gufo reale, e nuove specie sono entrate a far parte di quelle rare.
La caccia spietata, il taglio dei boschi, l’uso dei pesticidi, il sempre maggior disturbo creato da un turismo aggressivo e devastatore che ha portato case, strade e mezzi motorizzati in ambienti prima incontaminati, sono stati i fattori recenti che hanno causato una ulteriore rarefazione della fauna.
L’attuale fauna dell’Etna, sebbene impoverita, conserva ancora una grande ricchezza unica nel suo genere.