La Grotta dei Cordari è così chiamata per via degli artigiani che per circa tre secoli, dal XVII secolo, la utilizzarono come “laboratorio” per produrre la corda.
Il mestiere del cordaio si tramandava in alcune famiglie di generazione in generazione: gli Ambrogio e gli Scròfani furono i primi ad insediarsi in questa grotta, dove intrecciavano fibre naturali per produrre vari tipi di corde.
La grotta era perfetta per questa attività per la presenza, nel fondo, di acqua di falda, dove era possibile mettere a riposo le fibre vegetali.
Le corde erano utilizzate, principalmente, per la produzione delle reti da pesca, in particolar modo per la pesca del tonno. Nella parte più profonda della cavità, sono presenti formazioni di stalattiti e stalagmiti.