Le sorgenti termali dell’isola di Lipari sono ricordate da scrittori di età greca e romana (Aristotele, Diodoro, Strabone, Ateneo, Plinio) ed erano così famose che una delle terme minori di Roma portava il nome di Eolia.
Tutte le fonti storiche si riferiscono alla sorgente termale di San Calogero, sita sul versante occidentale dell’isola, il cui nome deriva da Calogero di Sicilia, poi divenuto Santo che, nel 530 d.C., recuperò le terme, abbandonate a seguito di un forte terremoto.
All’interno della stufa di San Calogero è stata trovata ceramica preistorica dell’età del Bronzo diffusa alle Eolie in un’epoca in cui i rapporti commerciali ed economici tra le isole Eolie e il mondo miceneo erano già consolidati.
L’edificio non venne costruito proprio sulla sorgente calda che si trovava più a monte, verso Est, a qualche decina di metri di distanza, così l’acqua veniva convogliata dentro la stufa tramite dei canali.
Si tratta del più antico edificio termale esistente e tale è rimasta la sua destinazione attraverso l’età greca, romana e bizantina e fino all’Ottocento attraverso varie ristrutturazioni e rifacimenti.
La temperatura dell’acqua sgorgante dalle terme di San Calogero ha una temperatura tra i 34° e i 40°C.
Tali temperature sono attribuibili a un classico fenomeno tipico delle aree vulcaniche, che dimostra come anche il sistema magmatico di Lipari non possa essere considerato estinto.
Anzi, il fatto che l’ultima eruzione sull’isola risalga a “soli” 800 anni fa, unita a questa attività idro-termale -diffusa lungo tutta la costa nord-occidentale dell’isola- dimostra come a Lipari ci sia un sistema vulcanico quiescente, ma attivo.