Prima del periodo imperiale, a Roma, i letti triclinari erano composti, ciascuno, da tre cuscini imbottiti, ed erano collocati attorno alla tavola da pranzo centrale, su tre lati, in modo che i nove commensali potessero conversare liberamente.
I romani mangiavano, semi-sdraiati, sul lato sinistro e prendevano posto sui triclini secondo un ordine di importanza. In età tardoantica, al triclinium si sostituì lo stibadium, un grande divano a forma semicircolare con il tavolo al centro.
Nella rappresentazione del mosaico pavimentale della sala della “Piccola caccia” della Villa del Casale, una simile struttura è raffigurata nella scena della colazione all’aperto, in cui i protagonisti distesi su un materasso semicircolare a strisce, sono in stretto contatto con il paesaggio agreste circostante.
Lo stibadium fu, inizialmente, creato per un utilizzo all’aperto in occasione di battute di caccia o cerimonie religiose. La sua struttura, dapprima molto leggera ricoperta da un grande cuscino imbottito di foglie, fu in seguito realizzata in legno, poi sostituito da forme in muratura.