L’opera era divisa in tre atti e, per aumentare la spettacolarità delle rappresentazioni, si usavano elaborati effetti scenici, ad esempio la fuoriuscita di sangue finto dai pupi feriti nelle battaglie o la simulazione di città in fiamme.
La messa in scena dell’opera è definita da ruoli precisi: la voce dei personaggi è data dai “parraturi” che improvvisano il dialogo e il “maniante”, colui che utilizza le proprie mani per dar movimento ai pupi attraverso i ferri e il filo, nascosto dalle quinte dietro fondali. La tradizione dei pupi è stata inserita nel patrimonio immateriale UNESCO nel 2008.