Quando Virgilio pubblicò l’Eneide, Siracusa e le sue sponde rappresentavano un nome già ben noto al mondo greco e romano. Ortigia infatti, colta nell’abbraccio del «Plemmyrium ondosum», è citata dal poeta latino che fornisce così una didascalia immortale di questo luogo: «Giace della Sicania al golfo avanti un’isoletta che a Plemmirio ondoso è posta incontro, e dagli antichi è detta per nome Ortigia. A quest’isola è fama, che per vie sotto il mare il greco Alfeo vien, da Doride intatto, infin d’Arcadia per bocca d’Aretusa a mescolarsi con l’onde di Sicilia… […]».