È stata riscontrata la presenza di un dipinto sulla colonna situata nel primo intercolunnio, lato nord della navata centrale.
La conservazione non è purtroppo ottimale ma il dipinto potrebbe essere databile tra 1145 e il 1148, ovvero gli anni della decorazione a mosaico del presbiterio, dal momento che lo stile è bizantineggiante.
Vari studiosi si sono occupati dell’identificazione del personaggio rappresentato che si presenta seduto, con un ampio mantello, un collare gemmato e coronato da una tiara a tre corone e nell’atto di offrire una tavoletta con un due teste.
Potrebbe essere una donna ovvero la Basilissa Irene, sposa dell’imperatore Giovanni II Comneno, raffigurata con corona e gioielli. In questo caso i due volti virili rappresenterebbero l’imperatore e il figlio Alessio.
Altri studiosi spostano la datazione al 1300 e identificano il personaggio con Papa Urbano V che, appartenente all’ordine benedettino, spostò nuovamente la sede papale da Avignone a Roma. Questa tesi, plausibile, è supportata dal fatto che l’iconografia è simile ad altre rappresentazioni del Papa, tra cui una presente nella cripta si San Domenico a Spoleto. Il copricapo sarebbe così da identificare con la tiara a tre corone, tipico dei benedettini, e la tavoletta con le due teste con San Pietro e Paolo, ritrovate nella Basilica lateranense proprio da Urbano V.
Un’ultima e suggestiva ipotesi vede in questo misterioso vescovo, la figura di San Cataldo, vescovo di Rachau e patrono di Taranto. La figura del Santo è presente anche nella Cappella Palatina e nel Duomo di Monreale.