Nel ciclo musivo del Duomo di Monreale, la rappresentazione del sovrano, e committente del complesso, ricorre ben due volte: sopra la parete del trono regale e su quella del soglio arcivescovile.
Nel primo mosaico si nota il re di Sicilia abbigliato con la classica dalmatica, in piedi e con lo sguardo profondo mentre sta per essere incoronata da Cristo contornato da due angeli che portano lo scettro e il globo crucigero.
Cristo, alla destra del sovrano, è seduto su un trono d’oro tempestato di gemme. Ha il volto severo e fiero e pronuncia l’espressione biblica “la mia mano gli sarà d’aiuto”, mentre tiene saldo nelle mani un volume con le stesse parole del Pantocratore “Io sono la luce del mondo, chi segue me non vivrà nelle tenebre”.
Questa scena riveste un importante ruolo politico dal momento che va a evidenziare il concetto che il potere dei sovrani normanni discendeva direttamente da Dio.
L’incoronazione vera e propria di Guglielmo II avvenne nel 1166 a Palermo e le mani che lo incoronarono non erano quelle di Cristo ma di Romualdo Guarna, Arcivescovo di Salerno.
Una scena simile con protagonista Ruggero II è presente nella chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio di Palermo, detta Martorana.