Una delle attrazioni turistiche più famose di Vulcano è rappresentata dai fanghi termali.
Si tratta di due pozze di fango caldo dove immergersi per beneficiare delle proprietà termali degli stessi. È veramente curioso osservare delle pozze di fango, quindi color grigio, che letteralmente “bollono” assumendo un comportamento del tutto plastico, adattandosi a tutto quello che vi viene immerso. A differenza di quanto comunemente si crede, tali pozze non sono naturali.
In realtà, le due pozze principali non sono altro che i luoghi dove negli anni ’50 vennero intraprese da parte dell’AGIP (Agenzia Generale Italiana Petroli) delle indagini per valutare se il sito poteva essere sfruttato per la produzione di energia elettrica attraverso la geotermia, ossia il naturale fatto che i terreni a Vulcano siano più caldi per la presenza di magma in profondità.
Vennero quindi scavati due pozzi fino a circa 250 metri di profondità da cui, una volta terminati, si alzarono dei pennacchi di gas alti anche 300 metri.
Dopo che le indagini furono terminate, si chiusero parzialmente i pozzi, ma restò comunque forte il fenomeno delle fumarole che, unito al terreno molto alterato uscito e usato dalle perforazioni, formò le pozze di fango per come le conosciamo.