Presso il laghetto naturale di Lingua si conservano i resti di un antico impianto produttivo per il sale, da cui prende nome l’isola di Salina.
Le testimonianze più significative risalgono alla prima età imperiale romana, ossia al secolo I-II d.C., di cui rimangono la parte inferiore dei muri divisori, costruiti con la tecnica dell’
opus reticulatum
, ed il pavimento, costituito da un suolo di calce magra e ghiaietto.
L’antica salina sfrutta questa naturale insenatura creatasi nella parte sud-orientale dell’isola.
Vi era un collegamento con il mare circostante, che andava a riempire le vasche, che venivano quindi isolate e fatte asciugare fino alla deposizione del sale.
Per ogni litro di acqua di mare si possono avere circa 31 grammi di sale marino purissimo.
Tale tecnica non è stata più utilizzata a partire dal XVIII secolo con l’avvento della rivoluzione industriale, sostituita da tecniche e tecnologie molto meno faticose e costose.
Il laghetto si è quindi pian piano riempito di acqua fino allo stato attuale, in cui è esattamente al livello del mare. Esso risulta però ancora perfettamente isolato, acquisendo le caratteristiche di un acquitrino, sito protetto ed importante per l’avifauna.