La Sciara del Fuoco, almeno durante gli ultimi 2000 anni, è l’unico luogo dove si vanno accumulando i prodotti delle esplosioni dei crateri sommitali dello Stromboli.
Questi ultimi infatti non sono perfettamente al centro del cono vulcanico, ma si trovano un po’ più spostati verso nord, proprio alla sommità Sciara del Fuoco. Essendo un pendìo molto ripido, blocchi, bombe e lapilli, emessi durante le esplosioni rotolano e ricadono a mare.
La stessa cosa però accade anche quando si ha l’emissione di una o più colate laviche dai crateri sommitali: esse cominciano a fluire al di sopra del materiale sciolto della Sciara, spesso arrivando fino a mare. Al di sotto del pelo della superficie marina, il vulcano mantiene la sua forma conica, e quindi i prodotti possono continuare a “rotolare” o sprofondare lentamente.
Ciò è accaduto durante le eruzioni del 2002-03, 2007 e 2014. L’eruzione del 2002-03 dello Stromboli rappresenta però un punto di svolta nella percezione di rischio vulcanico, almeno per questo vulcano.
Negli ultimi giorni del 2002 infatti, una colata lavica era fluita al di sopra della Sciara del Fuoco, arrivando fino a mare e quindi continuando a sprofondare nella parte sommersa della Sciara.
Tuttavia, se si prova a mettere un corpo rigido e molto pesante al di sopra di un pendìo molto ripido e costituito da sabbioni e materiale sciolto, quello che ci si aspetta è che questo prima o poi frani.
Questa situazione si è verificata il 30 dicembre 2002, quando un grosso blocco della Sciara del Fuoco al di sotto del livello del mare è franato, tirando con sé anche una parte della Sciara posta al di sopra.
Tale frana ha generato un piccolo
tsunami
, che ha invaso il lungomare del paese di Stromboli, ma che è stato registrato anche lungo le coste tirreniche della Calabria e della Sicilia.