A quasi 3000 metri sul livello del mare e alla base dei crateri sommitali, nella zona di Torre del Filosofo, si trova un luogo amato da Empedocle. Filosofo e politico Siciliano, nato e vissuto ad Agrakas, l’attuale Agrigento, nel V sec. a.C. Si racconta che l’agrigentino visse qui, costruendo una dimora, poiché amava il contatto con la natura. Tra i suoi desideri vi era quello di diventare tutt’uno con la superficie dell’Etna, mescolandosi ad acqua, terra e aria. Empedocle studiava i fenomeni eruttivi e si lasciava affascinare ma, quella stessa natura da lui tanto amata, secondo la leggenda ne provocò anche la morte, facendolo precipitare dentro un cratere del vulcano. Intorno a questa vicenda sono sorte molte storie, ognuna delle quali racconta versioni differenti della sua fine. Secondo Ippoboto: «Egli, levatosi, si diresse all’Etna e, giunto ai crateri di fuoco, vi si lanciò e scomparve, volendo confermare la fama che correva intorno a lui, che era diventato dio. Successivamente fu riconosciuta la verità, poiché uno dei suoi calzari fu rilanciato in alto; infatti, egli era solito usare calzari di bronzo».