Le “Timpe” sono delle imponenti scarpate, alte fino ai 150 metri, che si stagliano nella fascia litoranea tra Capo Mulini e la città di Acireale. Sono quindi pareti molto ripide in cui, nel caso specifico, è possibile osservare le manifestazioni vulcaniche della seconda fase evolutiva del vulcano Etna, successiva a quella dei faraglioni di Acitrezza ed Acicastello di 500.000 anni fa.
A partire da circa 220.000 anni fa, e fino ai 130.000 circa, l’attività eruttiva si spostò più a nord rispetto alla zona di Acicastello, concentrandosi lungo la costa ionica in corrispondenza di un sistema di
faglie
denominato, appunto, delle Timpe. Durante questa fase evolutiva dell’Etna si sono verificate diverse eruzioni attraverso fessure nel terreno, localizzate lungo questa stretta fascia costiera, ma con un asse collocato di fronte alle attuali Timpe, quindi nel tratto di mare antistante.
La continua sovrapposizione delle colate laviche in quest’area ha portato nel tempo alla formazione di una prima struttura vulcanica a forma di scudo. La struttura interna di questo vulcano a scudo è oggi esposta lungo le scarpate di faglia delle Timpe fra Acireale e Moscarello.
Le colate laviche e tutti gli altri prodotti immergono infatti verso l’interno, e non verso mare, a dimostrazione che le bocche eruttive erano collocate dove ora c’è la distesa marina.