Nella storia evolutiva Etnea, l’Ellittico è stato il primo grande
stratovulcano
che ha segnato, in modo definitivo, il passaggio da attività eruttiva sviluppata, fondamentalmente, su fratture e faglie, a un’attività a condotto centrale, dal quale si ha la maggior parte delle eruzioni.
Le sue prime fasi eruttive sono iniziate circa 66.000 anni fa, fino a terminare 15.000 anni fa, quando è iniziata l’epoca eruttiva attuale, quella del Mongibello Recente.
Anche nella sua morfologia, l’Ellittico si presentava, probabilmente, come l’Etna attuale. Tuttavia, la pendenza di alcune colate laviche nella zona di Valle del Leone, e di Punta Lucia sul versante nord ovest dell’Etna, fa ipotizzare che l’edificio vulcanico di allora fosse più alto dell’attuale, e che raggiungesse la quota di circa 3600 metri. Tuttavia, come in tutte le storie legate alla vita di un vulcano, ci sono periodi costruttivi e periodi distruttivi.
Alla fine della vita dell’Ellittico, circa 15.000 anni fa, si è formata una grande
caldera
ellittica, da cui prende il nome il vulcano, lunga fino a 8 chilometri nel suo asse maggiore.
Recentemente, è stato scoperto come la formazione di tale caldera possa essere legata ad un periodo, avvenuto anche in altre fasi evolutive dell’Etna, dove l’emissione di grandissimi e non consueti volumi di colate di lava, hanno svuotato, rapidamente, la camera magmatica e portato al collasso del suo tetto, causando la formazione della caldera. Ciò dimostra, ancora una volta, come lo studio dei fenomeni Etnei sia ancora in forte evoluzione, e che, con il progredire della tecnologia, si acquisiranno nozioni sempre più importanti per la riduzione del rischio vulcanico.